Storia, avventura e dramma sono gli elementi cardine di "Vinland Saga", uno shonen ambientato nell'XI secolo, durante le invasioni vichinghe in Europa. La serie segue Thorfinn, un giovane guerriero determinato a vendicarsi della morte del padre Thors, confrontandosi con le complessità della guerra e le sfumature della moralità. La sua ricerca lo conduce attraverso un mondo brutale, dove il coraggio si misura con la violenza, e l’ambizione dei vichinghi è uccidere per ascendere al Valhalla. Nonostante gli insegnamenti di suo padre Thors, un tempo spietato combattente diventato poi pacifico contadino, Thorfinn è deciso a intraprendere il cammino del guerriero. Con la morte del padre per mano di Askeladd, la vendetta diventa la sua ossessione.
La storia personale di Thorfinn si interseca con eventi storici più ampi, come il rapimento del principe Canuto e l'avanzata dei Danesi a York. Tuttavia, sarebbe riduttivo considerare la prima stagione di "Vinland Saga" solo una storia di vendetta. La trama si sviluppa anche attraverso complesse dinamiche interpersonali. Il rapporto tra Thorfinn e Askeladd è un intreccio di odio e ammirazione che evolve in una relazione di surrogato paterno.
Askeladd, con la sua complessità morale e il ruolo di mentore riluttante, sfida Thorfinn non solo a migliorarsi come guerriero, ma anche a confrontarsi con i suoi demoni interiori. Ci si chiede se i fallimenti di Thorfinn nell'uccidere Askeladd derivino dalla sua inesperienza o da un legame problematico ma consolidato.
Il rapporto di Thorfinn con Canuto, da principe insicuro a leader visionario, offre un cammino alternativo verso la realizzazione personale. Mentre Thorfinn è dilaniato dalla vendetta, Canuto evolve verso un'utopia di pace, fungendo da specchio per nuove possibilità di futuro."Vinland Saga" utilizza queste relazioni per esplorare il viaggio interiore di Thorfinn, costretto a venire a patti con la sua identità e il significato della vera forza. Nella prima stagione, Yabuta costruisce un racconto avvincente, intrecciando abilmente azione, introspezione psicologica e riflessioni filosofiche. Nella seconda stagione, la narrazione rallenta, dando a Thorfinn lo spazio per riflettere sulla sua identità e sul suo ruolo all'interno di un mondo violento. La staticità contemplativa della seconda stagione, in contrasto con l'intensità della prima, offre a Thorfinn l'opportunità di espiare le proprie colpe e trovare pace.
Nuovi personaggi, come la schiava Arnheid e l'umile Einar, vengono introdotti per approfondire i temi della pace e della violenza. Tuttavia, questo approccio causa un rallentamento della narrazione, portando a sezioni filler (non essenziali ai fini della trama) che fanno stagnare la storia.
Nella seconda parte della serie, l'eccessiva solennità e il didascalismo della scrittura traducono la complessità tematica e la stratificazione narrativa della prima stagione in un racconto più diretto e semplice, chiarendo il messaggio centrale: l'utopia di Vinland come simbolo di speranza, pace e felicità. Nonostante la nobiltà dell'ideale, la sensazione è che manchi la giusta profondità narrativa, che fa sì che si avverta fortemente la mancanza delle sanguinose e violente dinamiche della prima stagione.
VOTO : ⭐️⭐️⭐️
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