Se il cinema di Harmony Korine si è sempre mosso al confine tra il poetico e il turpe, tra la brutalità più sporca e l'estrema contemplazione, allora quest'ultima sua opera rappresenta il punto di non ritorno.
Interamente girato con camera termica, Aggro Dr1ft, più che raccontarci una storia, si abbandona al vagabondare (psichico ancor più che fisico) del suo protagonista (alter Ego di Korine stesso?).
Se infatti la storia è quella del miglior assassino del mondo che deve scontrarsi con il figlio del demonio, il suo svolgimento (che pur condurrà il film ad un climax finale) mischia tra loro e senza soluzione di continuità variazioni tonali, bruttezza, ossessioni, vacuità, vagabondaggio (Aggro Dr1ft è infatti il diminutivo di Aggressive Drifter, ossia "vagabondo aggressivo").
Questa sorta di trip lisergico e psichedelico è attraversato da un flusso di coscienza che trasforma ogni cosa in una sacra invocazione, in un'esibizione di impossibile spiritualità come sono sempre stati i suoi film.
Aggro Dr1ft è pieno di immagini sorprendenti e audaci, una sarabanda di culi che ballano, maschere strane e liquidi in movimento, che creano un'atmosfera fortemente sensoriale. Korine sembra interessato a sfidare i confini tra ciò che è riconoscibile e ciò che non lo è, tra la capacità di interpretare concetti più profondi e la semplice presenza visiva delle immagini stesse, fra la possibilità di di ricorrere a elementi esterni al film stesso per comprendere meglio il suo significato (il contesto concettuale in cui è stato realizzato e le sue influenze iconografiche) e un approccio più immediato e viscerale all'esperienza del film, che enfatizza l'impatto emotivo e sensoriale delle immagini e delle scene stesse. In questo è uno dei pochi registi, oggi, a fare davvero avanguardia.
Aggro Dr1ft si colloca in una zona di transizione tra varie forme espressive, come l'estetica MTV, l'intelligenza artificiale, i videogiochi, l'imaging 3D, la videoarte e la videoinstallazione. Il suo è un territorio estremamente ibrido che supera i confini del post-moderno mescolando, confrontando e sovrapponendo elementi eterogenei in modo innovativo.
L'iconoclastia koriniana, qui, raggiunge il suo apice.
Voto
⭐️⭐️⭐️⭐️
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